La struttura compositiva del progetto si basa sulla conformazione del terreno, con la sequenza di colline artificiali, dai 4 ai 6 metri di altezza, che con una matrice a raggiera, idealmente generata dal centro della città, si susseguono su tutta l’area; questo leggero corrugamento della superficie fa eco e valorizza la continuità visuale con i sistemi delle montagne sullo sfondo, collegando il paesaggio artificiale del parco a quello naturale del luogo, e, nello stesso tempo, consente di proteggere e schermare alcune zone estranee al parco stesso, come i due campi nomadi, il Cespevi, e soprattutto il nuovo ospedale, divenendo un valido sistema di barriera naturale al rumore; e, ancora, di individuare ambiti distinti ed anch’essi protetti dal rumore, per le varie aree dedicate a una serie di attività e funzioni descritte ed esplicitate più avanti. La scelta di escludere un modello baricentrico, ma piuttosto di recuperare in qualche modo la tradizione della passeggiata, del procedere per scoprire i vari eventi, del parco, del movimento come modo di percezione dello spazio, privo di un punto di osservazione privilegiato, ha portato alla definizione di una serie di promenade, di percorsi ciclo-pedonali che attraversano tutta l’area, tracciati diversi, dalla trama geometrica insolita, che si sovrappongono al paesaggio più naturale, che si intersecano e accavallano in alcuni punti e che si snodano attraverso le aree tematiche del parco costituendone la struttura.
con Jordi Bellmunt I Chiva e Giulia De Angelis, Vincenzo Fiorillo, Irene Lettieri,Fabrizia Costa Cimino, Maria Scognamiglio, Francesco Rossini