Immaginatevi un viaggio tra culture, un percorso segnato dai fluidi, un fiume che sfocia tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Pacifico, aprite i vostri sensi e attraversate il mondo nello spazio e nel tempo di un piatto. L’acqua elemento eterno ed in continua trasformazione diviene ispirazione per questo progetto. Il movimento fluido di questa sostanza, indispensabile per tutte le forme di vita, suggerisce un nuovo modo di concepire il pasto.
Il piatto da semplice contenitore assume un nuovo ruolo. Diventa immissione, sinergia tra gesti e elementi.
L’esperienza del pasto diventa un rito armonico con una sua architettura ritmica. Un’esperienza sensoriale nella quale, il cuoco, intesse i sapori dei continenti col suono dell’acqua, col suono della terra, rappresentata dal piatto in porcellana, che allontanatosi dalla tradizionale forma atona bidimensionale si tridimensionalizza ospitando i cinque movimenti taoisti. Gli elementi dinamici e interdipendenti:
acqua, legno, fuoco, metallo e terra.
Questa struttura che nei suoi mutamenti è simile a un flusso d’acqua, nel linguaggio gastronomico di Valentino diviene formula magica, creando un
susseguirsi di accenti tra i sapori, attraverso la creazione di una stoviglia speciale, che accoglie, che mischia, che offre, con cui la sola mano dell’uomo, il centro armonizzatore, può interagire, in questo spazio e tempo dove tutti gli elementi che si consumano sono equilibrati dall’acqua. In questo spazio qualcosa accade, lo stagno ritorna fiume, crea interazione tra sapori.
Il connubio più riuscito della tradizione partenopea, la mozzarella e il pomodoro si arricchisce, si trasforma coi sapori dei cinque continenti, che per convivere, per nutrire, proliferano, liberano l’energia del futuro, si immettono nella formula, nella magia dell’acqua che tutto crea, che tutto cancella.
Questa ricetta assume tutta la musicalità di un haiku, è un rumore d’acqua, un componimento composto da tre versi di cinque, sette e ancora cinque ingredienti, gesti, sapori.
Isaura, citta dai mille pozzi “[…]
un paesaggio invisibile condiziona quello visibile, tutto cio’ che si muove al sole è spinto dall’onda che batte chiusa sotto il cielo calcareo della roccia.” (Italo Calvino, le citta’ invisibili)
Giovanni Aurino/ Od’a officina d’architettura e Valentino Palmisano/ Ristorante la Locanda Ritz Carlton Kyoto, con Viviana De Blasi, Antonella Rossi e Francesco Rossini