Il restauro di un giardino storico nel cuore di una città come Napoli rappresenta oggi molto più di un semplice intervento paesaggistico. È un atto di profondo rispetto per la storia, un investimento per il futuro e un dono alla comunità. Questi spazi verdi, testimoni di epoche passate e custodi di un patrimonio culturale inestimabile, sono chiamati a svolgere un ruolo sempre più centrale nella vita urbana. Non sono solo luoghi di bellezza, ma anche oasi di pace e benessere. Restaurare un giardino storico significa, dunque, ricucire un pezzo del tessuto urbano, riconnettere la città con le proprie radici e offrire ai cittadini un luogo dove ritrovare un senso di appartenenza e di identità.
Il giardino del Palazzo Ruffo ha avuto una lunga e travagliata storia che ha comportato innanzitutto una sua riduzione in termini dimensionali molto consistente. Dal rilievo puntuale, realizzato dopo una accurata pulitura del luogo e propedeuticamente al progetto, è evidente come il giardino avesse perso ogni connotazione identitaria. Non era presente alcuna suddivisione in aiuole, né è stato possibile individuare vialetti interni, camminamenti o altro. Intorno alle essenze ancora presenti è stato costruito un nuovo impianto per il giardino.
Lo spazio è organizzato in percorsi e aiuole, un’alternanza di spazi verdi circondati da camminamenti curvilinei, che rivisitano il modello di giardino ottocentesco partendo dallo studio delle planimetrie storiche.
Sulla scorta di queste suggestioni di Pietro Porcinai per il giardino di Villa il Roseto a Fiesole, è stato delineato un progetto organico in cui si alternano, e si lambiscono tra di loro, una serie di spazi circolari di varia dimensione, di volta in volta liberi al centro o piantumati, la cui posizione è dettata dalle alberature esistenti che in tal modo diventano i punti cardine del progetto. La prospettiva si adatta a una visione differente in ogni punto e la massa verde più fitta lungo i bordi occulta i limiti precisi dello spazio, ridonandogli, almeno come percezione, una maggiore dimensione. L’obiettivo è quello di ricreare un giardino da percorrere, da attraversare, da vivere, proprio come erano i giardini ottocenteschi. Il progetto ha quindi inteso richiamarsi a quello che era il disegno organico di questi giardini, con le forme sinuose delle aiuole e dei percorsi; così, del resto, fu trasformato il giardino in passato, come documentato dalle varie fonti iconografiche (la mappa Schiavoni del 1879 e il bel disegno acquarellato di qualche decennio precedente), secondo uno schema che si lega anche all’impianto del giardino della Villa Pignatelli col quale per lungo tempo ha costituito un tutt’uno.
Il progetto, nell’ottica del non sostituire ma piuttosto conservare i pochi elementi in qualche modo ormai storicizzati, ha previsto il ripristino delle strutture a confine, recuperando il muro in conci di tufo verso la Villa Pignatelli, attraverso la tecnica del “cuci e scuci”, e conservando il sistema di delimitazione verso via Ascensione, costituito da un muretto con sovrapposta una cancellata a moduli della quale sono state sostituite le parti in rete metallica. Solo il cancello d’ingresso è stato realizzato con un nuovo disegno che richiama la cancellata di cui sopra, ma consentendo una minore visibilità verso l’interno nel rispetto della privacy. L’intento è stato quello, ancora una volta, di conservare per questo spazio un’immagine ormai consolidata e soprattutto di rendere ancora fruibile visivamente il giardino rispetto all’estDopo anni di abbandono, questo spazio torna ad essere animato, a crescere, a ospitare eventi ed attività e la recinzione lascia che questa nuova vita sia percepibile e non celata alla comunità. In questo modo, il giardino del Palazzo Ruffo non è solo un luogo restaurato, ma un simbolo di rinascita e partecipazione che arricchisce Napoli e il suo cuore storico.

01 Cinnamomum champhora
02 Citrus aurantium
03 Eucalyptus (esistente)
04 Melia azedarach
05 Washingtonia (esistente)
06 Leccio
07 Platano
08 Rose paesaggistiche
09 Camelia sinensis
10 Agpanthus umbellatus
11 Phyllostachys aurea
12 Pittosphorus tobira
13 Sistemazione a prato
14 Rinchospermum jasminoides
15 Jasminum in varietà




luogo / location | Via Riviera di Chiaia 202, 80121 Napoli |
committente / client | Associazione Costruttori Edili della Provincia di Napoli |
progetto / architectural design | od’a officina d’architettura s.r.l. |
fase di progetto / project phase | Progetto esecutivo – Cantierizzazione |
architetti / architects | arch. Alessandra Fasanaro e arch. Giovanni Aurino |
capoprogetto / design manager | Arch. Daniela Perrella |
strutture / structures | Vitruvius Engineering s.a.s. |
impianti / installations | Ing. Fabio Buiano |
3d e rendering | Arch. Roberto Hao Hao Chen |
gruppo di lavoro / design team | Arch. Ivana Giustino e arch. Francesco Scuotto |
impresa / construction company | Romano e C. s.r.l. |
categorie delle opere / types of work | E22 |
calendario / timetable | 03.2023 – 05.2024 |
servizio svolto / performance | PFTE + PE + CSP |
fase / status | Realizzato |
importo complessivo / budget | 321.276,90 € |
sup. totale di progetto / total project area | 650 m2 |
sup. utile / floor area | 650 m2 |
sup. coperta / indoor area | / |
volume / volume | / |